Nosside di Locri, poetessa dai mille volti, e i personaggi dell’Odissea Italica

Il libro terzo dell’opera intitolata  “Il mistero rivelato. Nosside di Locri, la sublime poetessa dell’Odissea italica” contiene uno studio relativo ai principali protagonisti del poema, con interessanti ipotesi che pongono al centro la poetessa Nosside e alcuni suoi familiari.

Nel libro si illustrano le possibili modalità con cui la poetessa scelse di celare alcuni tratti della propria personalità in diversi personaggi femminili del poema (oltre la principessa Nausicaa, anche Penelope, Elena, Circe, Calipso).

L’analisi prosegue con lo studio delle principali divinità dell’Odissea italica, attraverso le quali l’autore intende anche far comprendere la prevalenza della sensibilità e cultura femminile che pervade tutto il poema.  A ricoprire un ruolo privilegiato è Atena, la dea che conduce l’azione narrativa, a cui si accompagnano le citazioni di altre divinità come Artemide, Afrodite, Persefone o Demetra. A tutte loro si aggiungono le ninfe che occupano ruoli rilevanti nel poema, come la dea Circe o Calipso, affiancate da altre significative divinità marine e fluviali, tra cui spicca Ino Leucotea.

L’autore rivela inoltre alcune possibili tecniche di creazione dei nomi dell’opera attraverso il procedimento di assonanza (come, ad esempio, dei personaggi Mentes e Mentore).

Il poeta Stesicoro, le cui opere costituirono un modello culturale per i poeti della Magna Grecia e per la stessa poetessa Nosside, viene associato al cantore della reggia dei Feaci Demodoco. Il vero nome del poeta Stesicoro era Tisia e si illustrano le motivazioni per cui può  presentare elementi in comune con l’indovino Tiresia.

Sulla base di tale studio, l’autore formula inoltre delle ipotesi sulle motivazioni biografiche e sugli eventi che potrebbero aver portato la poetessa della città di Locri Epizefiri a scrivere una versione più recente dell’antico poema dell’Odissea.

Al contempo, si evidenzia la possibile corrispondenza tra la nutrice Euriclea e la nonna della poetessa di nome Cleoca, citata anche in uno degli epigrammi lirici di Nosside.

Nel complesso si ha una lettura completamente nuova del poema omerico che viene staccato dalla fase arcaica e riletto come un documento successivo, fortemente legato a quanto descritto nei versi dello stesso poema, da cui si desume un contesto storico in cui avviene il passaggio da una tirannia ad una forma di democrazia assembleare, e in cui le donne assumono un ruolo più significativo e socialmente riconosciuto.

Un numero crescente di indizi ci induce infatti a ritenere che si tratti di un’opera poetica nata dal genio femminile in un’epoca successiva a quella del divino cantore Omero, presso l’antica Locri Epizefiri, una delle più illustri città della Magna Grecia.


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